
Prezzi e concorrenza sleale
- Secondo Coldiretti Puglia, il costo del carciofo al produttore in provincia di Brindisi oscilla intorno ai €0,20 a capolino, mentre sugli scaffali può superare €1
- La filiera è sotto pressione per l’importazione massiccia di carciofi da Egitto e Tunisia, con fenomeni di concorrenza sleale che comprimono i margini dei coltivatori locali
- Gli agricoltori denunciano: “troppo basso per i produttori, troppo alto per i consumatori”
🌾 Campagna 2025 e destinazione industriale
- La stagione 2024/25 è ormai terminata e le ultime partite sono state destinate all’industria di trasformazione a prezzi molto bassi (€0,07–0,15 al capolino
- I volumi a fresco sono quasi esauriti, complici temperature più elevate e umidità che hanno ridotto la qualità
🛡️ Controlli e tutela del marchio IGP
- L’ICQRF e i NAS hanno sequestrato conserve spacciate per “IGP Carciofo Brindisino” per circa 34 tonnellate, contrastando frodi alimentari e contraffazioni
- La riforma DOP/IGP dell’UE, varata nel marzo 2024, apporterà maggiore tutela internazionale, semplificazione burocratica e focus su sostenibilità, a beneficio del carciofo brindisino
🧭 Prospettive e iniziative locali
- Il Progetto ICARUS si è concluso lo scorso 4 dicembre a Ordona (FG) con risultati promettenti: valorizzazione della filiera, sostenibilità e tecnologie per estrarre scarti del carciofo (es. inulina), aumentando così il valore economico
- Resta vivo l’interesse di associazioni e consorzi locali (Università di Bari/Foggia) per promuovere convegni e ricerca sul miglioramento qualitativo del Carciofo Brindisino
✅ In sintesi
- I prezzi della produzione sono molto bassi, comprimendo la redditività nonostante il marchio IGP.
- Importazioni dall’estero sottraggono quote di mercato, aggravando la situazione.
- Controlli su frodi e contraffazioni sono in corso per difendere il marchio.
- Le riforme UE e progetti locali puntano a rilanciare qualità, sostenibilità e visibilità internazionale.